Il 15 luglio 2017 sul Sole 24 Ore, a pagina 11, nell’articolo dal titolo “Edilizia ferma anche nel 2017” venivano elencati anche i numeri chiave che testimoniavano una simile crisi.
In particolare erano riportati dei dati di renziana memoria e cioè 100 miliardi di € per le infrastrutture. Una simile dichiarazione, si precisava nell’articolo, denunciava il blocco della caduta degli stanziamenti per le opere pubbliche. Tale cifra stanziata dal Governo era relativa però ad una programmazione di quindici anni.
Sempre in tali dichiarazioni veniva ribadito che erano assegnati all’ANAS 6,6 miliardi di €; ed inoltre le disponibilità reali per il 2017, veniva sempre specificato in questo ricco bagaglio mediatico, erano pari a 629 milioni di €. Infine, sempre nell’articolo, si precisava: “nel 2017 non si andrà però oltre i 150 milioni di €”.
Questa mia banale elencazione di dati sembra quasi impossibile ed inverosimile, devo dare atto che la serietà di un giornale come il Sole 24 Ore non poteva non riportare questa assurda elencazione di dati che nei fatti denunciava un dato ormai incontrovertibile: siamo in presenza, da almeno tre anni, del blocco reale della spesa in infrastrutture.
Ma sempre sul Sole 24 Ore del 19 luglio c’era un articolo di Valerio De Molli dal titolo “Ripartono gli investimenti”.
Questo articolo riporta gli indicatori di sentiment del Club The European House – Ambrosetti sulla situazione economica attuale del Paese e sulle prospettive future. De Molli, dopo aver elencato una serie di negatività sullo stato della nostra economia, precisa: “sul fronte degli investimenti, invece il sentiment è molto più positivo. L’indicatore raggiunge il livello di 29,3 rispetto a 25,8 di marzo”. Questo dato, ribadisce ancora De Molli, “è importante a fronte del fatto che gli investimenti si traducono nel medio periodo in aumento di produttività e competitività”.
De Molli però sa benissimo che queste sue considerazioni sono valide solo per gli investimenti realmente disponibili e non valgono quando siamo in presenza solo di promesse programmatiche; De Molli sa che il bilancio dello Stato quello che annualmente il Governo presenta in Parlamento con il Disegno di Legge di Stabilità ha una disponibilità reale di “cassa”, cioè di una disponibilità reale di risorse, solo nell’anno corrente ed al massimo nel triennio e, quindi, vorrei capire dove troveranno riscontro gli indicatori di positività nell’aumento della produttività del Paese.
Il mondo imprenditoriale, anche se con molto ritardo, ha capito che questo Paese non può crescere attraverso dichiarazioni di impegni, non può crescere credendo in un futuro che, purtroppo, non contiene nulla, ripeto nulla, di ciò che programmaticamente viene garantito oggi.
Questa assurda logica, questa assurda abitudine, che come dicevo prima viviamo da circa un triennio, mese dopo mese sta diventando irreversibile e quando ci accorgeremo che l’assenza di un sistema organico di infrastrutture rende non competitivo il nostro Paese sarà troppo tardi.
In realtà troppo tardi capiremo quanto sia stato miope l’atteggiamento del mondo imprenditoriale nel credere in programmi privi di risorse, in programmi utili solo per aggregare il consenso ma non per far crescere davvero il Paese.