Nell’articolo di Valentina Conte pubblicato sul quotidiano “La Repubblica” di domenica 15 ottobre, il Ministro Delrio elenca una serie di interventi mirati a risolvere i problemi legati al trasporto in ambito urbano e suburbano. In particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti espone un Piano di 30 miliardi di euro così articolato:
- 10 miliardi di euro (stanziati) per l’acquisto di 2.500 bus ogni anno fino al 2033
- 4,5 miliardi di euro (stanziati) per l’acquisto di 450 treni regionali in arrivo dal 2019
- 9,7 miliardi di euro (di cui 6,5 miliardi di euro stanziati e 3,2 da inserire nella Legge di Bilancio) per linee metropolitane e tram
- 70 milioni di euro (da inserire nella Legge di Stabilità 2018) per incentivare il ricorso ad almeno 2 milioni di abbonamenti
Il Ministro Delrio è al Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti dal mese di aprile del 2015, cioè da quasi due anni e mezzo, e in questo periodo hanno avuto luogo solo quattro CIPE, in cui sono stati approvati interventi già precedentemente identificati e supportati finanziariamente dalla Legge Obiettivo, sono state approvate opere volute e garantite finanziariamente da Governi precedenti; Governi precedenti che in dieci anni avevano finanziato e avviato a realizzazione opere per circa 74 miliardi di euro.
Ora leggiamo un Programma, senza dubbio interessante, ma come ho precisato in precedenti miei interventi su questo Blog, per cui non è possibile utilizzare la parola “stanziato” perché, nel giugno del 2016, con un apposito Decreto Legislativo, questo Governo, e non altri, ha deciso di varare provvedimenti finanziari, cioè Leggi di Stabilità, solo per “cassa”, vale a dire solo garantiti da risorse realmente disponibili nell’annualità e, pertanto, non ha senso parlare di risorse stanziate. Lo stesso Ministro, d’altronde dichiara, nell’articolo citato, che tenterà di inserire in Legge di Stabilità 70 milioni di euro (sottolineo settanta milioni di euro) per varare quest’ottima idea mirata ad incentivare gli abbonamenti ai mezzi pubblici (una idea che fu prospettata già nel Piano Generale dei Trasporti del 1986, in cui si proponeva che con la obliterazione del biglietto nei mezzi pubblici decorreva l’attività lavorativa); in realtà dei 30 miliardi di euro quelli che forse potranno trovare spazio nel “presente” sono solo i 70 milioni di euro.
Questo dei Programmi futuri, devo ammetterlo, spesso ha coinvolto anche la mia generazione; di fronte alla impossibilità o, a volte, alla incapacità di risolvere il “presente”, soprattutto per mancanza di risorse, invocavamo il “futuro” programmando interventi e impegnando stanziamenti che altri avrebbero assicurato.
Questa tecnica, purtroppo, ha prodotto un vero allontanamento dei cittadini dalle Istituzioni, ha generato un irreversibile convincimento sulla incapacità dello Stato nel garantire le infrastrutture essenziali per la crescita e lo sviluppo.
Il quadro descritto suggerisce chiaramente che d’ora in poi sarebbe preferibile, non essendo riusciti a garantire risorse vere e misurabili in questi due anni e mezzo, in quanto il Governo ha preferito non assegnare adeguati capitoli di spesa per gli investimenti in infrastrutture, almeno impegnarsi a inserire nella Legge di Stabilità 2018 i 70 milioni di euro per gli abbonamenti; i 30 miliardi annunciati li troverà il “futuro”.
Il futuro è un presente pieno di entropia.
Pianificare significa definire delle regole per ordinare il futuro, oggi l’unica regola disponibile per ordinare il futuro e’ di utilizzare le disponibilità di cassa. Cioè il ministero di Delrio non ordina ma assiste la casuale formazione del disordine che tende a prevalere anche sull’ordine che era stato fatto in passato.
Abbiamo bisogno di un nuovo principio d’ordine che ci consenta di investire sul futuro : dobbiamo poter vedere un insieme di regole che rendano leggibile la possibilità di realizzare lo sviluppo delle infrastrutture.
È necessario che qualcuno reimposti il sintagma del sistema delle infrastrutture in questo paese.
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