ALITALIA:DOPO DIECI ANNI DICHIARAZIONI IDENTICHE DA SCHIERAMENTI OPPOSTI

I tedeschi lo dico con tutto il rispetto fanno i loro interessi.”; “Far fallire Alitalia vuol dire far scomparire un pezzo dell’economia italiana.” “Possiamo fare a meno di una compagnia di bandiera ma non possiamo rinunciare a una compagnia che fa gli interessi nazionali.”

Leggendo queste dichiarazioni rilasciate dal Ministro Delrio a Rai News 24 ho pensato prima di essere tornato indietro di quasi dieci anni e soprattutto ho pensato ad un errore nel riportare le dichiarazioni del Ministro Delrio, confondendole con quelle rilasciate anni fa dal Presidente Silvio Berlusconi.

Se infatti ricercaste indietro nel tempo, scoprireste dichiarazioni ripetute in più sedi dall’allora Senatore Berlusconi, parlamentare alla opposizione del Governo presieduto da Prodi, l’unica differenza la nazionalità del possibile acquirente, all’epoca si trattava infatti della Francia e non della Germania, ma le dichiarazioni ora come allora sono identiche.

Non mi sono però fermato al semplice approfondimento di questa, davvero inimmaginabile, identità concettuale, ho cercato anche di verificare cosa dicevano nel 2008 tutti gli esponenti del Governo Prodi, tutti coloro che erano all’interno del Partito Democratico della Sinistra, un partito ancora unito e ricco di una “cultura di sinistra” ed ho trovato solo grandi apprezzamenti alla svendita della Alitalia ad Air France e pesanti attacchi al Senatore Berlusconi perché preferiva ricorrere “a banali populismi, a immaginari ipotesi gestionali per salvare una compagnia decotta, a forme gratuite di ricerca del consenso a danno dell’economia del Paese”.

Quanto riportato purtroppo è vero, tutte queste dichiarazioni sono facilmente recuperabili in qualsiasi emeroteca, non è invece, a mio avviso, recuperabile e non è giustificabile, la schizofrenia con cui si vivono fenomeni economici identici in periodi differenti e si dimenticano gli approcci con cui in passato si era deciso di attaccare scelte che oggi invece si ritiene di dover recuperare ed apprezzare.

Senza dubbio il ripensamento o la revisione dei propri convincimenti è spesso un atto di grande spessore concettuale, ma bisogna anche ricordare che, l’allora Senatore Berlusconi e poi Presidente del Consiglio, identificò un percorso per cercare, in tutti i modi, di non produrre, come dice oggi il Ministro Delrio, un danno alla nostra economia attraverso il coinvolgimento di capitali privati. Oggi invece siamo in presenza di una dichiarazione simile, ma priva di qualsiasi atto, di qualsiasi proposta capace di evitare davvero di regalare ad altri uno strumento, quello della Compagnia di bandiera, di una utilità strategica talmente rilevante che come al solito capiremo solo quando non la possiederemo più. In fondo, come ripeto spesso, una simile operazione invece di far crescere il PIL farà crescere il PEL, cioè il Prodotto Esterno Lordo.

Quelli della mia generazione che hanno vissuto di più di quanto vivranno, solo per una banale fattore di anzianità, penso possano consigliare ai più giovani  di pensare a lungo prima di assumere atteggiamenti identici a quelli di coloro che un decennio prima erano i rappresentanti di uno schieramento opposto; questi errori, infatti, non solo fanno perdere credibilità, ma la cosa più grave aumentano lo spazio di quel qualunquismo che ormai sta diventando fisiologico nel nostro sistema sociale.

Schieramenti che non aiutano affatto la gestione corretta di ciò che una volta chiamavamo “cosa pubblica”.

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