E se le aree metropolitane fossero gestite da organismi esterni alla pubblica amministrazione vincitori di una formale gara bandita dal soggetto istituzionale eletto? Forse potremmo sperare in un cambiamento sostanziale delle logiche con cui i fruitori delle città metropolitane cercano di misurare la efficienza e l’efficacia di chi è preposto alla gestione delle stesse.
Oggi, ad esempio, i cittadini dell’area metropolitana romana accusano sistematicamente il sindaco per lo stato di degrado in cui versa la città e dopo quasi un anno e mezzo di nuova gestione politica si meravigliano che nulla sia cambiato e, addirittura, si viva in condizioni più simili ad una megalopoli del sottosviluppo che ad una capitale europea. Una accusa ed una constatazione che però rimane solo un naturale sfogo nei confronti di una persona o di una squadra di persone che al massimo possono ammettere la loro incapacità, la loro completa inesperienza a gestire una realtà urbana complessa.
Tutti continuiamo a chiederci per quale motivo una squadra di incapaci abbia però deciso di cimentarsi in una operazione così difficile? Tutti continuiamo a chiederci chi risarcirà i danni provocati da congestione che annualmente, in questa area metropolitana, costano oltre 1.500 milioni di €? Tutti continuiamo a chiederci chi ridarà a questa area metropolitana quel fascino posseduto per secoli e che in questi ultimi anni sta praticamente scomparendo? Queste considerazioni rimangono pura masturbazione mentale perché tutti, dico tutti, rimaniamo semplici analisti di un fenomeno che giorno dopo giorno ci sta facendo cadere in un grave stato mentale quello caratterizzato dalla “rassegnazione”. Uno stato soporifero che annulla ogni capacità di contestazione, di ribellione e che produce una stagnazione delle attività istituzionali; contestualmente prende corpo una naturale speranza nel fattore “tempo”, una speranza legata solo al termine del mandato dell’attuale squadra preposta alla gestione della città.
Allora questa grave e triste esperienza, forse vissuta anche in passato, ma che in questo ultimo periodo ha raggiunto livelli patologici davvero tragici, impone l’avvio sin da subito di una vera riforma istituzionale, almeno per quanto concerne le 14 realtà metropolitane previste dalla Legge 56 del 2014.
La proposta dovrebbe consentire alla giunta di predisporre un bando di gara attraverso il quale affidare ad un organismo privato la gestione delle attività legate alla riqualificazione e alla gestione della offerta di trasporto delle persone e delle merci.
Il bando dovrebbe contenere, in modo dettagliato, tutti gli standard qualitativi da raggiungere e tutti gli indicatori attraverso i quali misurare, in modo oggettivo, i risultati attesi e i risultati raggiunti. All’interno di tale bando dovrebbero essere esplicitate le penali legate alle inadempienze e, soprattutto, con una sistematicità mensile dovrebbero essere misurati i livelli di coerenza tra gli obiettivi posti nel bando di gara e i possibili ritardi accumulati.
Uno strumento del genere:
- toglierebbe all’assessore o agli assessori preposti alla gestione delle opere infrastrutturali e della mobilità di diventare diretto responsabile nella attuazione di un programma che, nella maggior parte dei casi, non è in grado di poter onorare o per ignoranza professionale o per pura insipienza
- toglierebbe l’attacco sistematico ad un sindaco come la dottoressa Raggi che in questi primi 18 mesi ha messo chiaramente in evidenza la sua inadeguatezza istituzionale
- offrirebbe all’intera Giunta e all’intero Consiglio Comunale la possibilità di entrare nel merito del bando e, in modo trasparente, potrebbe misurare la coerenza tra gli obiettivi condivisi e i risultati raggiunti
- definirebbe una volta per tutte una chiarezza sulle risorse disponibili e sulla responsabilità dei soggetti preposti alla erogazione delle stesse.
Uno strumento del genere non limiterebbe affatto il ruolo e la funzione della Giunta, anzi la riporterebbe nel giusto alveo istituzionale che è quello di garantire il raggiungimento degli obiettivi posti nel programma di governo della città e non quello di essere diretti gestori ed operatori delle scelte. Questa specifica funzione posseduta dai membri della Giunta, nel caso di Roma, ha prodotto in soli 18 mesi un cambiamento di almeno 8 soggetti, solo nel comparto delle infrastrutture e dei trasporti, e ciò per manifesta incapacità o per mancato raggiungimento degli obiettivi o, peggio ancora, per non condivisione delle linee strategiche della giunta stessa.
L’elemento più innovativo che possiederebbe una simile proposta sarebbe quello di regalare al singolo fruitore della città la possibilità di:
- conoscere i responsabili veri delle negatività della offerta infrastrutturale e dei servizi legati alla mobilità quindi poter denunciare non in modo generico soggetti, come l’attuale Sindaco, che potrà addirittura ricoprire tale funzione ancora per 42 mesi, ma, poter chiedere ad un soggetto gestore , il rispetto delle clausole poste nel bando di gara e quindi la denuncia dei danni prodotti
- incidere direttamente con proposte immediate per il superamento di vincoli o di anomalie che rendono, ad esempio, non fluida la mobilità in alcuni nodi critici della città
- partecipare direttamente alla formulazione di azioni o di possibili alternative al programma definito inizialmente dal bando di gara e non risultato coerente alle esigenze reali della utenza
Prenderebbe corpo in tal modo un confronto tra erogatore di servizi e utilizzatore degli stessi non legato a logiche di schieramento politico ma a logiche di corretta abitudine a vivere in modo corretto all’interno della nostra capitale.
Un provvedimento del genere sicuramente non sarà condiviso da uno schieramento politico come il Movimento 5 Stelle, perché forse tale Movimento preferisce delegittimare i propri sindaci, i loro assessori offrendo loro la possibilità di governare.