DOVE ERA IL SINDACATO IN QUESTI ULTIMI QUATTRO ANNI

La crescita di due Movimenti come quello della Lega e quello di 5 Stelle testimonia una crisi diffusa delle organizzazioni sindacali; non a caso il ruolo di area cerniera tra il mondo del lavoro e le istituzioni, un ruolo da sempre rivendicato dal Sindacato, è stato assunto integralmente non da “partiti politici” ma da due movimenti che hanno cercato prima di comprendere il fastidio e le incomprensioni che albergavano nel mondo del lavoro e poi hanno immediatamente vestito la loro strategia utilizzando due distinte linee strategiche: la Lega ha utilizzato come riferimento forte ed incisivo l’abbattimento della cosiddetta Legge Fornero mentre il Movimento 5 Stelle ha capito che il vero dramma, la vera esigenza dominante era da identificare non solo nel forte tasso di disoccupazione ma anche nelll’assenza di organismi e di riferimenti che affrontassero e risolvessero una serie di emergenze che rischiava di diventare irreversibile.

Nascono così spontanee una serie di domande: dove era il Sindacato, nelle sue distinte articolazioni, quando il Presidente del Consiglio Renzi ha deciso di erogare il bonus degli 80 € e, in genere, tutti gli altri bonus bruciando annualmente circa 12 miliardi di €? Dove era il Sindacato quando le risposte alle incongruenze e alle assurdità della Legge Fornero erano sempre caratterizzate da ipotetiche scelte da prendere in futuro? Dove era il Sindacato quando sempre il Presidente Renzi sottoscriveva i patti con le Regioni e con i Comuni assicurando investimenti che, purtroppo, non avevano copertura finanziaria o l’avrebbero avuta forse negli anni futuri? Dove era il Sindacato quando, in presenza di Leggi di Stabilità legate alla logica della “cassa” venivano assicurate risorse immediatamente disponibili per le Ferrovie dello Stato e per l’ANAS? Dove era il Sindacato quando il Governo ed il Parlamento ha varato il Codice degli Appalti, quando, cioè, ha varato un provvedimento che ha bloccato un comparto del Paese, quello delle costruzioni, che incide per oltre il 12% nella formazione del Prodotto Interno Lordo?

Poche settimane ho esposto la mia analisi critica per il comportamento di Confindustria, ma la presenza o l’assenza di Confindustria, specialmente di questa Confindustria, non produce gravi danni, là dove invece l’assenza del Sindacato genera un grave danno per l’assetto sociale del Paese, per la crescita.

E’ pertanto utile ed urgente che il Sindacato avvii una vera e misurabile autocritica, che dia corso, cioè, ad una vera rivisitazione del ruolo svolto in questi ultimi quattro – cinque anni e in questo processo è utile tenere sempre presente che nella nuova Legislatura c’è un pericoloso virus, c’è il “virus movimentista” che rischia di spegnere per molto tempo le finalità e i ruoli propri del Sindacato.

Sicuramente nei prossimi mesi prenderà corpo questo rafforzamento dei due Movimenti, sicuramente il Sindacato subirà ulteriori forme di marginalizzazione in quanto il Parlamento affronterà direttamente tematiche, anomalie, incongruenze tipiche in passato delle specifiche competenze sindacali e la funzione sindacale si limiterà, nel migliore dei casi, a gestire la contrattualistica e inseguirà, per motivare la propria esistenza e per aggregare iscritti, contenziosi e scioperi che, come nel caso nel trasporto pubblico, si ripeteranno sistematicamente ogni venerdì senza mai ottenere nulla. Questi atteggiamenti sindacali, quelli soprattutto caratterizzati, come detto prima, da una forte assenza nei momenti in cui il Governo assumeva scelte antitetiche alla crescita ed allo sviluppo rafforzeranno sempre più i due Movimenti in quanto questi ultimi cercheranno in tutti i modi di mantenere gli impegni assunti in campagna elettorale e nei casi in cui sarà impossibile dare concretezza ad alcune promesse trasferiranno la responsabilità alla Unione Europea. Può apparire strano ma a ben vedere questa rivisitazione dei ruoli, produce un grave danno alla stessa democrazia, è come se si perdesse una funzione che necessariamente, per sua stessa natura, non può vivere all’interno del Parlamento, non può vivere all’interno del Governo. Rimane una unica speranza: un cosciente risveglio del Sindacato ed un immediato recupero di ciò che in passato giustamente abbiamo chiamato “controparte” capace di difendere gli interessi del mondo del lavoro con una carica di lungimiranza davvero indimenticabile.

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