QUANDO SI PERDE LA COSCIENZA DI STATO

Sembra davvero impossibile che il nostro Paese abbia dato origine ad una fase così carica di “ignoranza strategica”, di “ignoranza pianificatoria” e, soprattutto, di “ignoranza socio – economica”. Sono sufficienti pochi esempi per misurare e capire questo stato di sconforto naturale che assilla tutti coloro che per anni hanno invece cercato di riportare all’interno del Paese una serie di pilastri concettuali capaci di:

  • garantire la crescita e lo sviluppo organico dell’intero Paese
  • rendere possibile una interazione funzionale tra il Paese e l’intero sistema comunitario
  • garantire una concreta ottimizzazione dell’intero sistema logistico

Questi pilastri in pochi giorni sono stati distrutti,  si è preferito passare da ciò che a tutti gli effetti si configurava come “scelta oggettiva” ad una folle “scelta soggettiva” priva di ogni motivazione, priva di ogni logica. La difficile altalena sulle opere relative alle seguenti infrastrutture denuncia da sola questa pericolosa fase in cui si avvia il nostro Paese:

  • Il nuovo tunnel ferroviario Torino – Lione (lungo 56 Km)
  • Il nuovo asse ferroviario Milano – Genova (al cui interno è prevista la realizzazione del tunnel del Terzo Valico dei Giovi lungo 39 Km)
  • Il completamento dell’asse ferroviario AV/AV Brescia – Verona – Vicenza – Padova

Inizialmente queste opere andavano bloccate per essere o sospese definitivamente o per essere rivisitate sostanzialmente, poi la componente leghista, quella che allo stato governa le Regioni Lombardia, Liguria e Veneto, ha cercato di far capire ai redattori del cosiddetto “Contratto” che una simile scelta stava distruggendo in modo irreversibile l’economia di un’area del Paese in cui si produce circa il 65% del Prodotto Interno Lordo.

La superbia che in molti casi alberga nella cultura universitaria del nostro Paese, ha denunciato la inutilità di tali interventi dimenticando che, ad esempio, il Corridoio comunitario Genova – Rotterdam era stato indicato dalla Unione Europea, all’interno delle Reti Trans European Network (TEN – T), nel 2004 e confermato nel 2011 e tale scelta era stata supportata da approfondimenti tecnico – economici prodotti da esperti della Unione Europea e dalla Banca Europea degli Investimenti, un intervento ritenuto essenziale e strategico per l’intero assetto comunitario e come tale adeguatamente garantito da una quota finanziaria comunitaria. D’altra parte se coloro che preferiscono mantenere impegni insensati assunti in campagna elettorale leggessero quali sono le linee programmatiche del Piano One Belt One Road (noto come la Nuova Via della Seta) scoprirebbe che gli HUB portuali del Mediterraneo sono essenzialmente tre: il Pireo, l’HUB portuale Savona – Genova, l’HUB portuale di Trieste, ma l’HUB Savona – Genova è praticamente privo di una interazione con il vasto sistema produttivo rappresentato dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. É privo di una interazione con l’intero sistema comunitario che invece sta portando avanti la realizzazione dei nuovi valichi ferroviari del Brennero e del tunnel Torino – Lione e dimentica che la Svizzera ha realizzato il nuovo tunnel del San Gottardo.

In merito al nuovo tunnel ferroviario lungo l’asse Torino – Lione, la serie di impegni assunti durante sempre la ultima campagna elettorale ha portato alla proposta, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle, di blocco dell’avanzamento di tale opera dimenticando che una simile scelta comporta l’annullamento di un Accordo bilaterale tra la Francia e l’Italia approvato per Legge attraverso un lungo dibattito parlamentare durato 11 mesi. Quindi, per dar seguito a questo proposito, sarà necessario avviare un iter parlamentare, sarà necessario prevedere le risorse necessarie per onorare le penalità previste dal trattato in caso di inadempienza dello stesso, sarà necessario prevedere le risorse necessarie per onorare le penalità che la Unione Europea richiederà per la mancata realizzazione di un’opera prevista dalle Reti TEN – T e che ha già ottenuto appositi contributi comunitari.

Indipendentemente da queste considerazioni, sorge spontanea una puntualizzazione: annullare questo intervento significa distruggere un segmento determinante di un’arteria chiave dell’intera rete comunitaria, un’arteria che è da anni in sofferenza perché l’attuale asse ferroviario, sia per l’assurda pendenza, sia per la sagoma, non rende conveniente e funzionale il transito delle merci. Ed è ancor più grave non tener conto che la scelta di una simile opera ha avuto una fase preparatoria, una fase ricca di approfondimenti tecnico- economici redatta da organismi di elevata qualità professionale, durata ben 26 anni. È davvero grave, quindi, che il ripensamento nasca solo per accontentare uno schieramento preoccupato solo di seguire la schizofrenia di un dissenso privo di ogni motivazione.

Per quanto concerne in fine il completamento della tratta ferroviaria ad alta velocità Brescia – Verona – Vicenza – Padova, ogni possibile ripensamento oltre a incrinare la continuità funzionale del Corridoio comunitario Algesiraz – Kief all’interno delle reti TEN – T, annulla una interazione chiave tra sei realtà urbane e produttive come quelle di Milano, di Brescia, di Verona, di Vicenza, di Padova e di Venezia, un sistema che interessa circa 2,5 milioni di utenti, un sistema in cui le attività produttive incidono sul PIL per oltre il 9%, un asse che collega quattro aeroporti quello di Milano, di Bergamo, di Brescia, di Verona e di Venezia. Non solo bloccare un simile completamento, ma ritardarne la realizzazione produce un danno enorme non ad un ambito regionale, ma all’intero Paese.

Non capire queste motivazioni, non rendersi conto che distruggere scelte strategiche cariche di ampie e approfondite motivazioni solo per soddisfare schieramenti privi di ogni logica, solo per dimostrare una coerenza tra ciò che si è promesso in campagna elettorale e ciò che si decide una volta al governo, significa non essere convinti e coscienti del ruolo che riveste chi è chiamato a gestire la “cosa pubblica”.

Ancora più grave, infine, è stato assistere, nella fase di definizione dello strumento definito “contratto”, all’altalena tra scelte intoccabili e ripensamenti; forse questa fase schizofrenica convincerà molti a rivedere un consenso dato per uno schieramento, quello del Movimento 5 Stelle, privo di una coscienza di Stato.

1 comment

  1. Non solo condivido pienamente le Tue valutazioni, ma aggiungo, a dimostrazione di quanto é abissale e oscurantista il livello culturale che sopporta questa nuova classe (cosiddetta) dirigente (più appropriato dire ignorante), quanto la Svizzera sta facendo per attivare, migliorare e rendere possibile la interazione funzionale tra il Paese e l’intero sistema comunitario e l’ottimizzazione dell’intero sistema logistico.
    Più precisamente in Svizzera agisce, fra l’altro, una Impresa privata di logistica, specializzata in trasporto merci ferroviario (proprietaria di oltre seimila vagoni ferroviari merci), la quale punta a raccogliere le merci nei propri vagoni nei punti iniziali dei corridoi comunitari – es. Genova o Rotterdam – e in questo senso non ha esitato e non esita investire in questi punti focali in infrastrutture che possano facilitare il raggiungimento dei loro obiettivi. Bene in questo caso lo Stato Svizzero, con grande lungimiranza e ben consapevole degli enormi vantaggi che ne derivano all’economia Svizzera, non lesina facilitazioni e contributi per agevolare la realizzazione di queste infrastrutture anche se si trovano fuori del territorio svizzero.
    Del resto basta rivolgere lo sguardo a quanto sta avvenendo in Asia, con gli iperbolici investimenti cinesi nelle infrastrutture portuali e intermodali in altri Stati, finalizzati alla realizzazione di interi sistemi logistici disegnati per la ottimizzazione strategica dell’assetto infrastrutturale del proprio Paese.
    É questo l’abc di una cultura che si sta annullando e bruciando, come i libri nei falò nazisti, sugli altari della (in)civiltà tribale.
    Grazie per l’attenzione, Massimo Perotti

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