I pini di Roma è un poema sinfonico composto nel 1924 dal grande compositore Ottorino Respighi. È uno dei capolavori della cosiddetta trilogia romana insieme a Le fontane di Roma e Feste romane. Ciascun movimento descrive l’ubicazione di un gruppo di pini in Roma, nel corso delle ore della giornata. Il primo movimento, chiamato “I pini di Villa Borghese”, descrive dei bambini rumorosi che giocano ai soldati e marciano nella pineta della Villa Borghese. Il secondo movimento, “Pini presso una catacomba” è una nenia maestosa, che rappresenta una pineta nei pressi di una catacomba nella campagna romana. Il terzo tempo, un notturno, “I Pini del Gianicolo”, è ambientato di notte, presso un tempio del dio Giano dell’antica Roma, sulla collina del Gianicolo. L’ultima sezione, “I Pini della Via Appia”, raffigura i pini lungo l’antica consolare romana Via Appia. In un’alba nebbiosa, una legione avanza lungo la via Appia nel fulgore del sole appena sorto.
Probabilmente, per come si stanno evolvendo gli eventi, le generazioni future dovranno accontentarsi solo della sinfonia del grande Ottorino Respighi.
Non ho finora rivolto critiche all’operato del sindaco di Roma Virginia Raggi e questo perché è davvero imbarazzante dover criticare un sindaco capo di una giunta “variabile”, sempre in continuo cambiamento, di un sindaco sempre convinta che la ingovernabilità di Roma sia dovuta alla grave eredità lasciata dalle amministrazioni del passato. Sarei rimasto pertanto sempre lontano da una possibile forma di dissenso sul suo operato se non fossero, proprio in questi giorni, comparsi su tutti i giornali dati che non possono essere, in alcun modo, trascurati o sottovalutati: lunedì 29 ottobre sono caduti a Roma 300 alberi; lungo le strade di Roma ci sono 30.000 alberi, in soli sei mesi sono caduti o hanno subito gravi danni circa il 10% del numero globale.
Il crollo degli alberi non può essere addebitato solo al maltempo, ma sono dovuti anche alla incuria e alla mancanza di manutenzione, da almeno tre anni, e soprattutto concausa non accettabile l’analisi dei seguenti dati: 4,1 milioni di euro l’importo delle gare bloccate, durante questa amministrazione, per la manutenzione degli alberi; 3,2 milioni di euro l’importo delle gare bloccate per la manutenzione del verde “orizzontale”. In questo caso non è in nessun modo possibile addebitare la responsabilità al passato e la responsabilità è da ricercarsi non solo nel operato del sindaco, ma dell’intera Giunta o almeno in tre o quattro assessori direttamente o indirettamente competenti.
Un’altra assenza che davvero meraviglia è quella dei Verdi, quella degli ambientalisti, non si è infatti vista assolutamente nessuna dichiarazione o, addirittura, nessun attacco del coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. L’analisi dei dati allarmanti sulla perdita di migliaia di alberi, della caduta di migliaia di pini, che rappresentano una vera caratteristica iconografica della città di Roma, avrebbero dovuto scatenare, giustamente, l’intero mondo ambientalista, non si possono non ricordare le giuste battaglie portate avanti da tanti, veri e convinti, ambientalisti nei confronti di interventi infrastrutturali che prevedevano il taglio anche di pochi alberi. Questa assenza del mondo ambientalista colpisce davvero e fa sorgere un dubbio: forse una parte di coloro che chiamiamo, sbagliando verdi o ambientalisti, preferiscono solo aggregare il dissenso e costruire così uno schieramento o un movimento, quando, invece, come nel caso della caduta degli alberi a Roma, il dissenso è capillare e non intacca direttamente interessi diretti delle singole persone, non ci sono espropri, non ci sono cantieri che possono danneggiare per mesi determinati ambiti del territorio, non ci sono perdite di valore degli edifici, ecc., allora quelli che, secondo le loro azioni non sono da ritenersi ambientalisti, non trovano alcun interesse a costruire un sano schieramento contro chi distrugge in modo irreversibile la qualità di una città come Roma.
Ciò che sconcerta più di tutto è anche l’atteggiamento di coloro che sostengono l’attuale sindaco, lo stesso Movimento 5 Stelle, forse, per non perdere, in modo sempre più crescente, consenso farebbero bene a convincere il sindaco a dimettersi, farebbero bene a tornare alle elezioni per mantenere una parte del consenso ottenuto 30 mesi fa. Continuando a difendere questa giunta, questo sindaco, quel dissenso capillare e non gestito da nessuno diventerà massa elettorale convinta nel togliere il voto ad uno schieramento che ha dimostrato di non essere in grado di governare minimamente una città come Roma e, purtroppo, ha assistito in modo inerme alla vera distruzione di un patrimonio che il mondo ci invidia: quello del verde, quello di una quantità di alberi secolari che, per una folle incapacità gestionale, stiamo giorno dopo giorno perdendo.
Mi viene in mente anche una bella composizione di Antonello Venditti che canta i pini di Roma, e le bombe delle sei che non fanno male. Ma di sicuro dovremo rinunciare anche a quelle….
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