Ci sono negli anni passati casi simili a quello che stiamo vivendo in questo particolare momento storico? Questo semplice interrogativo non trova purtroppo alcuna risposta. Infatti mai avevamo in passato assistito alle seguenti anomalie:
- una compagine di Governo costruita a valle di una uscita della Lega da uno schieramento politico consolidato, come quello del Centro Destra, per raggiungere un accordo con uno schieramento, come il Movimento 5 Stelle, portatore di una linea strategica completamente antitetica a quella della stessa Lega. Si è così costruito un Governo sommatoria di maggioranze talmente distanti da richiedere la stesura di un “contratto” per legittimare le rispettive alternative e, al tempo stesso, si è dato vita ad una alleanza completamente diversa da quanto emerso dalla verifica elettorale. Il movimento 5 Stelle infatti non ha vinto le elezioni
- la attuazione di impegni assunti in campagna elettorale nei confronti di due elettorati lontani anni luce e logisticamente ubicati in due distinte aree del Paese: l’ambito settentrionale e l’ambito centro meridionale, ma ancora più grave è la dimensione finanziaria delle aspettative programmatiche e l’obbligo di attuarle in un arco temporale ridotto. In realtà mai in passato un programma di Governo aveva contemplato l’attuazione, nel primo anno di Legislatura, dell’intero impianto programmatico; un impianto carico di impegni finanziari non in conto capitale ma tutti in conto esercizio. La cosa strana è che una simile scelta viene denunciata dall’attuale Governo come fattore positivo, come vero merito di ciò che viene più volte definito “cambiamento”; un “cambiamento” che nei fatti è caratterizzato dall’uso dei fondi per gli investimenti in consumi.
- la correlazione tra l’obiettivo della crescita del Prodotto Interno Lordo e le azioni concrete e misurabili capaci di raggiungere un simile obiettivo. Mai in passato si era data per scontata la crescita del Prodotto Interno Lordo senza supportare quello che è un obiettivo e non un dato dell’analisi, con indicatori difendibili. Ricordo che in passato il Documento di Economia e Finanza (DEF) dal 2001 in poi e prima del 2001 l’articolato lavoro dell’ISTAT, avevano abbondantemente supportato il dato legato alla evoluzione del PIL. Oggi siamo in presenza solo di un quadro di “speranze” più adatto ad un organismo fideista e non ad un Governo di un Paese complesso come il nostro.
- la completa indisponibilità a riconoscere il ruolo della Unione Europea; un atteggiamento che non tiene conto che il Presidente Mattarella aveva bloccato la formazione del Governo perché inizialmente al suo interno erano presenti segnali “anticomunitari”. Purtroppo l’attuale compagine ha tradito formalmente gli impegni assunti con il Presidente Mattarella e si sta comportando con una folle prosopopea antitetica al ruolo della Commissione europea, allo spessore analitico e vincolante di un organismo che non può accettare che una tessera chiave del mosaico Europa come l’Italia si comporti in un modo non solo irrispettoso delle regole della Unione Europea ma, addirittura, carico di una autonomia decisionale che produce solo danni alla credibilità del Paese
- la elevata attenzione alla componente mediatica, quasi si volesse vivere senza distinzione la fase elettorale e quella di governo senza, al tempo stesso, voler dare continuità operativa alla attuazione di interventi decisi e approvati non solo dai Governi precedenti ma anche dai Parlamenti precedenti. In proposito ricordo quando in passato alcuni Governi avevano scelto la via dell’annullamento, anche per Legge, di scelte compiute da passati Governi e Parlamenti; alla fine simili altalene si sono rivelate perdenti. Due esempi su tutti, uno più lontano nel tempo ed uno futuro: quello relativo alla costruzione della rete ferroviaria ad alta velocità annullata per ben due volte con Legge e poi sempre con Legge e con provvedimento comunitario ripristinata e quello relativo al tentativo di caducazione della concessione di Autostrade.
- la discutibile fase dei “sorrisi” e degli “abbracci” tra membri del Governo ed il mondo internazionale; un comportamento solo mediatico privo di risultati concreti; una politica che vede ormai il nostro Paese all’interno della Unione Europea completamente isolato, mentre i rapporti con gli Stati Uniti e con la Russia, sono quanto meno incomprensibili e supportati solo da effusioni mediatiche, effusioni tipiche dei Paesi privi di ruolo. In questo la Conferenza di Palermo sulla Libia non solo per il numero ed il ruolo dei partecipanti, ma per il contenuto del documento finale, testimonia quanto sia mediocre la capacità del Governo di incidere sulla politica internazionale e quanto patrimonio di cultura diplomatica nel mediterraneo ci stiamo giocando.
Queste anomalie, a mio avviso, non solo logorano giorno dopo giorno la credibilità del Paese ma ciò che più preoccupa è il rischio che queste anomalie rendano, nel breve periodo, irreversibile lo stato di preoccupante crisi economica che il Paese sta già vivendo da almeno tre mesi.
Il comportamento contagioso dell’Italia, prima ancora che quello finanziario, non può essere tollerato dagli altri Paesi in procinto di entrare in recessione. In Europa c’è già la corsa al salvataggio di se stessi, anche occupando e scippando opportunità economiche ad altri concorrenti.
L’unico risultato di rilievo che il nostro paese, grazie alle eccellenze diplomatiche dei nostri attuali governanti, rischia di perseguire è l’implosione della comunità europea, già minata dai diversi movimenti sovranisti già presenti dentro di essa!
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