UNA VOLTA GLI ITALIANI NON CREDEVANO FACILMENTE ALLE BUGIE DI CHI ERA AL GOVERNO

La diffidenza è stata e rimane una delle caratteristiche proprie di noi italiani in modo particolare nei confronti di chi, di volta in volta, ci governa. Una diffidenza nata nel tempo proprio da un susseguirsi di impegni e di promesse assunte spesso da coloro che ha gestito la cosa pubblica. Invece, e qui il vero fenomeno anomalo che stiamo vivendo, una parte rilevante della popolazione ripone piena fiducia in chi in questo momento sta governando il Paese.

  • Cioè alcuni miei coetanei o gente molto più giovane non mette assolutamente in dubbio che non esista nessuna opera nel nuovo collegamento ferroviario Torino – Lione, che le risorse finora spese per tale intervento sono state prese da lobby malavitose.
  • Sempre un moltitudine di persone, che ormai conosce e comprende bene tutti quegli indicatori che caratterizzano la evoluzione o la involuzione dell’assetto economico del Paese come il “Prodotto Interno Lordo” o come lo “Spread”, crede in chi assicura una crescita del Prodotto Interno Lordo nel 2019 per oltre l’uno per cento e anche quando l’ISTAT riporta dati del PIL negativi (-2%), quando cioè indicatori oggettivi testimoniano il ritorno del Paese in piena recessione; una parte rilevante del Paese non mette in dubbio quanto dichiarato da alcuni membri del Governo in merito agli indicatori economici del 2019: sarà un bell’anno e vivremo, addirittura, un secondo boom economico.
  • Ancora nessuno si è meravigliato che nell’arco di appena sessanta giorni il rapporto deficit/PIL della manovra economica del 2019 sia passato da un valore del 1,6% al 2,4% e poi sia ritornato al 2,04% ed ha creduto che tali cambiamenti siano stati imposti dalla Unione Europea; una Unione che non vuole farci crescere, che non vuole che il nostro Paese adotti una manovra espansiva.
  • Sempre molti cittadini credono che lungo il nuovo tunnel ferroviario Torino – Lione transiteranno solo treni merce e che per realizzarlo occorreranno trenta anni.
  • Che una condotta di gas che arriva dall’est, in particolare dall’Azerbaijan, e che quindi consente al nostro Paese di poter disporre di differenti approvvigionamenti energetici, sia completamente inutile.
  • Che partiranno rilevanti investimenti nel comparto delle infrastrutture e questa dichiarata volontà trova nella manovra, almeno per il 2019, solo una disponibilità di appena 2 miliardi di euro e quando qualcuno denuncia questo paradosso la risposta è che l’aumento del PIL consentirà un incremento delle risorse disponibili; lo so è impossibile ma il 60% di coloro che hanno votato non mette in dubbio che questa prospettiva sia vera.
  • Che sono stati sbloccati rilevanti risorse per interventi infrastrutturali nelle piccole realtà locali, un volume di risorse stanziato pari a 400 milioni di euro, in tal modo ogni piccolo – medio comune disporrà mediamente di 60.000 euro (risorse tutte utilizzate per redigere progetti e difficilmente destinate a realizzare opere).
  • Che nell’analisi costi benefici effettuata su delle opere ferroviarie si tenga conto del mancato introito dello Stato delle accise sui carburanti; cioè che è preferibile la modalità stradale perché produce un immediato cespite per lo Stato. Una scelta molto simile con chi ritiene che la prostituzione dovrebbe essere riconosciuta come attività professionale perché in tal modo lo Stato potrebbe recuperare appositi introiti fiscali. Nel caso del confronto tra strada e ferrovia infatti è impensabile tener conto di una comparazione prettamente economica in quanto nel mondo, o meglio nei Paesi civili, si è da anni capito che l’inquinamento da CO2 impone con la massima urgenza il trasferimento di rilevanti quantità di merci dalla strada alla ferrovia. Invece no! È meglio trasferire le risorse previste per la realizzazione della Torino – Lione su altre opere ubicate nella Provincia di Torino; questa decisone, impossibile perché trattasi per il 40% di risorse comunitarie e per oltre il restante 30% di risorse francesi, viene ritenuta valida e, addirittura, vera.

Potrei continuare ad elencare tutte le dichiarazioni che giornalmente formula chi governa il Paese e potrei anche ricordare che di fronte a indifendibili falsità gli italiani non reagiscono più e, stranamente, contravvenendo uno consolidato DNA tutto italiano, danno per scontato che tutto, ripeto tutto, sia vero. Ed allora cerco di trovare non tanto un motivo di un simile paradossale comportamento ma cerco di identificare chi ha reso così diversi gli italiani, chi li ha convinti ad avere fiducia a chi racconta cose non vere, a chi descrive evoluzioni positive della nostra economia anche quando tutti i parametri, tutti gli indicatori sono negativi. Ebbene la risposta è purtroppo semplice: ormai è preferibile credere in ciò che non è vero perché la verità fa paura. Sembra quasi che sia esplosa una epidemia di Alzheimer in questi ultimi otto mesi.

1 comment

  1. Encomiabile, Ercole, da inserire in bacheca o meglio pubblicare e attaccare su tutti i muri di tutta Italia, visto che solo pochissimi media ci fanno conoscere queste verità.
    Massimo Perotti

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