UN FUTURO NON FACILE PER LE INFRASTRUTTURE DEL PAESE

Si sta aprendo un futuro con delle scadenze difficili e noi siamo martiri di un passato corto caratterizzato da un bilancio negativo e stiamo vivendo in un presente caratterizzato da una misurabile incapacità dell’attuale compagine di Governo.

Ma quali sono le scadenze che caratterizzeranno il prossimo futuro dell’assetto trasportistico del Paese, le scadenze a breve sono:

  1. la definizione delle risorse comunitarie del Programma 2021 – 2027
  2. la rivisitazione e l’aggiornamento delle reti TEN – T (Trans European Network)
  3. il confronto funzionale del sistema Paese con l’impianto One Road One Belt

Sono tre tematiche che si scontrano con una compagine di Governo che ha scelto come riferimento portante della sua politica la rivisitazione dei progetti del sistema arterioso del Paese.

Di un sistema che, ad esempio, ha una arteria ferroviaria portante quella che attraversa l’intero teatro economico caratterizzato dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, un’arteria ancora non completata, mi riferisco alla Brescia – Verona – Vicenza – Padova e su cui è in corso un’analisi costi benefici; analogo approfondimento è stato fatto per il Terzo Valico dei Giovi lungo l’asse ferroviario AV/AC Milano – Genova; anche quest’ultimo è un asse arterioso e anche per tale asse l’analisi costi benefici è, addirittura, risultata negativa.

Cioè siamo in presenza di un Governo che preferisce, come i passati Governi Renzi e Gentiloni, assicurare puro assistenzialismo e non produrre crescita.

In realtà sembra quasi che con una caparbietà folle si sia in soli quattro anni compromesso quel tentativo di ridimensionare in modo sostanziale quel costo annuale, quel dazio annuale che il Paese paga per l’assenza di infrastrutture. Un costo della logistica che incide negativamente sulla nostra economia per oltre 56 miliardi di euro all’anno.

Ebbene, come affronteremo le tre scadenze:

  • In merito alle risorse comunitarie non sarà facile chiedere ed ottenere risorse analoghe a quelle autorizzate nel 2013 perché ci presentiamo con un accattivante quadro di impegni assunti ma con un penoso elenco di risorse spese.
  • In merito alla rivisitazione delle reti TEN – T ci presentiamo con un atteggiamento critico, addirittura distruttivo del Corridoio Mediterraneo (Algeciras – Kiev), con un atteggiamento critico sul Corridoio Genova – Rotterdam dove abbiamo ritenuto non conveniente la realizzazione del Terzo Valico dei Giovi, con un atteggiamento rassegnato sul tunnel del Brennero ma poco convinto sulle opere della tratta Napoli – Bari (dove i lavori vanno avanti a rilento) e della tratta Palermo – Catania (dove i lavori non vanno avanti)
  • In merito al nuovo e rivoluzionario programma One Road One Belt noi ci presentiamo offrendo forse solo Trieste e Genova – Savona ma in entrambe i casi senza ancora essere convinti della urgenza di dare efficienza nei collegamenti tra tali impianti ed il sistema Italia ed il sistema Europa. Ma ancora più grave abbiamo praticamente seguito una politica portuale che ha distrutto tre HUB di transhipment come Cagliari, Gioia Tauro e Taranto ed abbiamo regalato ai porti del Mediterraneo, fino a soli cinque anni fa inesistenti come il Pireo e Damietta, grandi occasioni per crescere e diventare gli HUB chiave del Mediterraneo.

Eppure noi avevamo seguito un itinerario carico di grande innamoramento strategico verso la costruzione di una offerta infrastrutturale organica e capace di integrarsi davvero nel teatro geo economico europeo e mediterraneo. E mi sento davvero orgoglioso di essere stato all’interno di una generazione che ha prodotto i seguenti riferimenti strategici:

  1. nel 1986 il Piano Generale dei Trasporti
  2. nel 1986 su proposta italiana il Master Plan dei trasporti della Unione Europea a 12 Stati
  3. nel 1994 ad Atene le Reti Pan Europee in cui l’Italia era presente in due soli corridoi: Verona – Monaco e Trieste – Kiev
  4. nel 2001 nella definizione del Programma delle Infrastrutture Strategiche, il primo programma infrastrutturale decennale supportato da una Legge (la Legge Obiettivo) e garantito da adeguate risorse (Legge 166/2002)
  5. nel 2004 la definizione delle Reti TEN – T con 30 Corridoi ed in cui l’Italia era presente con i Corridoi Lisbona – Kiev, Rotterdam Genova e Berlino – Palermo (con incluso il Ponte sullo Stretto)
  6. nel 2013 l’aggiornamento delle Reti TEN – T con soli 9 Corridoi ed in cui l’Italia è presente con 4 Corridoi: Algeciras – Kiev, Rotterdam – Genova, Helsinki – La Valletta e Baltico – Adriatico.
  7. nel 2008 (gennaio) ho avuto la fortuna di partecipare al summit di logistica a Pechino in cui venne lanciato il Progetto One Road One Belt.

È davvero triste assistere all’azzeramento di un simile lungo itinerario carico di azioni davvero mirate alla crescita ed allo sviluppo del Paese; assistere a questa triste fine mentre un Paese della Unione Europea, la Svezia, istituisce un Ministero del Futuro. Non ci meritavamo questa “fine”.

1 comment

  1. è la decrescita infelice! che insieme al frenetico “turnover” delle magliette e felpe di Salvini,se durano,ci porteranno alla catastrofe

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