Qualcosa non sta funzionando nella attuazione delle opere di competenza delle Ferrovie dello Stato e dell’ANAS; come se qualcuno avesse deciso che in fondo potrebbe darsi che gli investimenti in tali distinti comparti strategici potessero rimanere fermi per un anno o possano subire un sostanziale rallentamento. È sufficiente in proposito effettuare un approfondimento sulle prolungate stasi che Rete Ferroviaria Italiana, ANAS e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, effettuano su opere come:
- l’asse ad alta velocità Brescia – Verona e Verona – bivio di Vicenza
- l’asse ad alta velocità Napoli – Bari in cui l’affidamento dei lavori del nodo di Bari è fermo da oltre otto mesi
- l’asse ad alta velocità Palermo – Catania
- l’asse stradale 106 Jonica
- l’asse autostradale Roma – Latina (Pontina)
- l’asse autostradale Gronda di Genova
Sembra quasi che questa inconcepibile stasi sia non solo legata ad una carenza di risorse ma anche ad un convincimento dell’attuale compagine di governo che ritiene che le grandi opere contengano le condizioni fisiologiche per produrre corruttori e corrotti e che la durata realizzativa di tali infrastrutture è talmente lunga da non produrre nessun ritorno immediato in termini di consenso. Ma cominciamo a verificare quale sia il danno prodotto per ogni mese di ritardo nell’avvio di queste opere, per l’avvio di opere già approvate e di cui esiste già il soggetto esecutore.
Io ho considerato i seguenti valori, le seguenti stime;
- anche se minimo il tasso inflattivo
- l’acquisizione delle aree ed il rischio di annullamento della pubblica utilità
- la mancata disponibilità della infrastruttura
- il costo degli impegni assunti con i proprietari di aree interessate nella fase di cantierizzazione.
- i vincoli imposti dai proprietari delle interferenze incontrate nella realizzazione dell’opera.
Posso testimoniare che l’analisi meno pesante ma più asettica identifica in oltre 780 milioni di euro il danno già accumulato in questi primi dieci mesi di stasi nell’avvio e nell’avanzamento delle opere.
Certamente è difficile, anzi non è prassi, che la Corte dei Conti attivi una indagine su una simile immotivata stasi ma l’ANAS e da qualche mese anche Rete Ferroviaria Italiana sono nella Pubblica Amministrazione quindi questo misurabile danno è a tutti gli effetti un danno all’erario, Ma voglio precisare che i responsabili di un simile danno non sono i tecnici delle Ferrovie dello Stato o dell’ANAS ma i Ministri competenti e i membri del Governo che hanno giorno dopo giorno convinto le varie strutture a rallentare gli avanzamenti procedurali e loro stessi hanno denunciato la incapacità di strumenti come il Codice Appalti pur di evitare un concreto avvio delle opere. Molti mi richiameranno dicendo che questa mia accusa è falsa perché in ogni occasione i vari membri di Governo dichiarano l’interesse all’avvio delle opere e proprio ieri con l’approvazione del Decreto Legge Sblocca Cantieri da parte di un ramo del Parlamento molti membri del Governo e del Parlamento hanno ribadito che adesso partiranno subito le opere bloccate.
Ancora dichiarazioni utili per convincere coloro che sono disposti a credere nel nulla; ma quando alla fine del corrente anno non sarà partito nulla, quando avremo modo di verificare nei fatti il blocco prolungato delle sei opere prima elencate allora la mancata azione della Corte dei Conti nei confronti dei titolari istituzionali dei Dicasteri e dell’intero Governo si configurerà come una inspiegabile disattenzione di un organo di controllo che è molto attento a stigmatizzare e a condannare gli sprechi compiuti per attuare le opere e tutti rimarremo meravigliati per questa assenza di azioni per il ripetuto mancato avvio di atti e di azioni che invece, come dicevo prima, da quasi un anno, rimangono ferme.
Ricordo che nell’analisi effettuata sui danni economici generati dal mancato avvio di determinate opere non si è tenuto conto dei danni generati dalla incidentalità stradale: a tale proposito ricordo che la strada statale 106 Jonica è una strada che è tra i primi posti nella graduatoria legata alla incidentalità ed alla mortalità stradale (11 morti nel 2018) e questo indicatore è difficilmente misurabile, infatti mi sembra assurdo misurare la perdita di una vita umana, però anche questa inconcepibile ed immotivata attenzione ed interesse a “fare” dovrebbero essere oggetto di immediata condanna e di allontanamento dal Governo del o dei Ministri direttamente responsabili.
Quando nel maggio 1944,il Gen Clarck visitò i Palazzi del Potere nella Roma appena liberata, chiese cosa fosse la Corte dei Conti (pensava che si trattasse di una delle istituzioni della monarchia. Gli venne spiegato. Replicò ‘Grande Idea. Ma se la avessimo avuta in America, avremmo perso la guerra’
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