LA GRANDE DELUSIONE

Non sono passati neppure due mesi e quindi ogni critica all’attuale compagine di Governo sarebbe gratuita anche se, proprio in questo piccolo lasso di tempo, il Governo ha dovuto varare la Nota aggiornata del Documento di Economia e Finanza, il Decreto Legge Fiscale, il Decreto Programmatico di Bilancio e il Disegno di Legge di Stabilità. In realtà in quaranta giorni il Governo ha dovuto disegnare, nei minimi particolari, gli spazi strategici che intende riempire nell’arco temporale del suo prossimo respiro istituzionale. Ed allora ho tentato in tutti i modi di cercare dei segnali che testimoniassero quanto meno l’attenzione nei confronti di un comparto, quello delle costruzioni, praticamente in via di irreversibile estinzione.

Non cercavo stanziamenti per garantire l’attuazione di interventi pronti e bloccati volutamente dai passati governi negli ultimi cinque anni, non cercavo la ricarica di adeguate risorse pubbliche per garantire e sbloccare le opere inserite nei Programmi Operativi Nazionali (PON), non cercavo nulla di tutto questo perché in fondo l’attuale compagine è caratterizzata da due schieramenti che nell’ultimo quinquennio avevano preferito utilizzare circa 12 miliardi di euro all’anno per elargire i famosi 80 euro, per assicurare il reddito di cittadinanza e per supportare il provvedimento “Quota 100”. Mi sarei però quanto meno aspettato, dopo il fallimento di 120.000 imprese di costruzione, dopo la perdita di oltre 600.000 unità lavorative del settore, l’inserimento nel Disegno di Legge di Stabilità di un apposito articolo denominato: “Rilancio della infrastrutturazione del Paese e riorganizzazione funzionale delle logiche di affidamento delle opere”. So anche quale potrebbe essere una risposta ad una simile proposta: “La Legge di Stabilità non è un provvedimento omnibus sarà cura del Governo predisporre un apposito Disegno di Legge collegato”.

Senza dubbio una risposta del genere è corretta, o meglio sarebbe corretta, se uno storico motore del Prodotto Interno Lordo che in passato aveva raggiunto una incidenza su tale indicatore di oltre il 13%, non fosse ormai crollato a percentuali davvero minime (forse meno del 4%); sarebbe corretta se in modo esponenziale non stesse crescendo sia il numero di fallimenti che la perdita di lavoro degli edili; sarebbe corretta se questo processo di crisi non fosse generato, in molti casi, dal mancato o dal lentissimo pagamento dei lavori effettuati dalle imprese da parte proprio della Pubblica Amministrazione, sarebbe corretta se il mondo bancario non avesse praticamente bloccato il supporto finanziario.

Di fronte a simili concrete e misurabili emergenze vengono meno queste finezze interpretative di una Legge, quella di Stabilità, che in passato in più occasioni, specialmente di fronte a gravi emergenze, ha affrontato e cercato di risolvere crisi come quella che viviamo da oltre cinque anni. Ma posso anche considerare corretta la necessità di un provvedimento dedicato alla emergenza, posso anche condividere la necessità di redigere un apposito Disegno di Legge collegato ma nel Disegno di Legge di Stabilità l’articolo da me ipotizzato avrebbe potuto almeno anticipare delle tematiche quali: la certezza pluriennale delle risorse e rinviare al Disegno di Legge collegato tre altre aree tematiche quali: la trasparenza delle procedure, la qualità e la responsabilità del management, il ridimensionamento delle fasi istruttorie ed autorizzative. Tre aree tematiche che non possono più essere supportate e legate a dei provvedimenti assurdi come i Decreti Legislativi 50/2016 e 56/2017 e il Decreto Legge 32/2019 convertito in Legge 55/2019 (definito sblocca cantieri); tutti provvedimenti che hanno consentito il blocco delle opere ma al tempo stesso hanno regalato ai tre Governi che si sono succeduti nel passato quinquennio la possibilità di bruciare risorse per i richiamati provvedimenti assistenzialistici.

Ora il prossimo 30 ottobre all’Assemblea 2019 dell’ANCE intervengono il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ed il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; questa importante rappresentatività istituzionale interviene in una Assemblea che ha come titolo chiave “Lavoro, sostenibilità e sicurezza”.

Ebbene, mi chiedo cosa potranno dire, non sui due temi legati alla “sostenibilità” e alla “sicurezza” perché trattasi di obiettivi scontati e che vengono ripetuti sistematicamente perché sarebbe solo folle non condividerli e non attuarli, ma sul “lavoro” cioè su una categoria chiave che può essere alimentata solo in presenza di una azione convinta e strategica di chi gestisce la cosa pubblica e che cosa potranno dire e garantire due Ministri di due schieramenti politici che nell’ultimo quinquennio hanno avuto responsabili nel Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo Economico l’Onorevole Delrio, il Senatore Toninelli e l’attuale Ministro Di Maio, cioè tutte personalità che hanno bloccato la infrastrutturazione organica del Paese. Delrio e Toninelli invocando la procedura del project review e l’analisi costi benefici e Di Maio cercando di bloccare “politicamente” il tunnel ferroviario Torino – Lione (TAV), la Trans Adriatic Pipeline (TAP), l’impianto siderurgico dell’ILVA.

Sicuramente assisteremo ad una articolata ed interessante elencazione di impegni sia sulla copertura finanziaria, sia sulla serie di provvedimenti necessari per sbloccare le risorse non spese e, in particolare, ci sarà una precisa volontà a sbloccare le opere nel Mezzogiorno del Paese dove, come riportato ufficialmente dalla Unione Europea su 25 miliardi di risorse comunitarie disponibili dal 2014 finora si sono impegnati 8 miliardi ma realmente attivati cantieri solo per 4 miliardi,

Mi chiedo anche cosa potrà dire il Presidente dell’ANCE Gabriele Buia soprattutto dopo il comportamento kafkiano tenuto dal passato Governo, presieduto sempre dallo stesso Presidente Conte, attraverso il Decreto Legge 32/2019 (il prima richiamato “sblocca cantieri”). È, a mio avviso, inutile e pericoloso ribadire che all’interno di tale provvedimento ci siano anche alcune parti condivisibili, un provvedimento che deve concretamente far ripartire una macchina bloccata volutamente da anni non può contenere parti buone e parti inutili. Inoltre non so come il Presidente Buia potrà condividere la sistematica affermazione pronunciata dal passato e dall’attuale Governo: “abbiamo tante risorse dobbiamo solo spenderle”; se davvero le risorse sono disponibili allora vorremmo riscontrarle nei rispettivi capitoli di spesa della Legge di Stabilità a partire dal 2020 e non dal 2021, 2022, 2023, ecc.

Forse il Presidente Buia, per dare davvero un segnale forte, proprio sul crollo di credibilità delle Istituzioni e, al tempo stesso, sulla irreversibilità di una grave crisi del settore, dovrebbe solo salutare i Ministri intervenuti alla Assemblea ma non dire nulla; in questi casi il silenzio è molto più incisivo, il silenzio dice molto di più di una articolata denuncia, il silenzio rimane sicuramente nella memoria di due schieramenti che hanno praticamente collaborato nella distruzione di un comparto motore della crescita del Paese.

 

2 commenti

  1. secondo te perchè le imprese tacciono su di una simile catastrofe?Forse perchè ognuno spera in una mancia singola,anziche’ battersi tutte insieme ed efficacemente per l’intero comparto?

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  2. finirà che verrà aumentata per qualche giorno l’IVA perché il ddl di bilancio non è ancora in Parlamento e si andrà a esericizio provvisorio

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