E INTANTO TARANTO E IL SALENTO ASSISTONO ALLA FINE PIÙ ASSURDA DELLA PROPRIA POSSIBILE CRESCITA

Riporto di seguito i vari titoli di giornali, preciso di grandi testate giornalistiche, che a cavallo tra il mese di gennaio e di febbraio, hanno fornito notizie davvero anomale sula evoluzione dei rapporti tra Governo e la Società Arcelor Mittal

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Le definisco anomale perché è davvero strano che si continui a trattare quando penso emerga chiaramente che ormai l’unico obiettivo di Arcelor Mittal è quello di andare via pagando un costo non eccessivo. Cioè sta finendo una ridicola sceneggiata che vedeva un Governo italiano felice di affidare ad un grande imprenditore un centro siderurgico vecchio e da rivedere integralmente perché con elevato tasso di inquinamento e con margini derivanti dalla produzione bassissimi e un imprenditore disposto a tentare una simile esperienza per evitare che altri potessero diventare nuovi concorrenti nel difficile mercato dell’acciaio.

Questa, insisto, anomala esperienza penso si stia concludendo e, ancora una volta, sta emergendo la serie di errori commessi proprio dai vari Governi che si sono susseguiti dal 2017 ad oggi. In realtà bastava pochissimo per convincersi che l’unico itinerario da seguire era quello che, dopo questa lunga e ridicola sceneggiata, abbondantemente descritta da tanti giornali, dovremo necessariamente intraprendere: un risanamento dell’intero impianto ed un suo ridimensionamento da parte di uno o più organismi pubblici e dopo tale operazione l’affidamento ad un organismo privato attraverso gara internazionale.  Un itinerario lungo almeno quattro anni con un risultato oggettivo: una produzione annuale di 4 milioni di tonnellate di acciaio e al massimo 5.000 addetti.

Non si vuole neppure immaginare un simile scenario e per questo si è scelta e si è preferita la via della “melina”, la via di raccontare certezze che non esistono e, come si evince dai titoli prima riportati, si dà una notizia positiva e leggendo poi il sotto titolo se ne apprende una negativa. Se questo comportamento non producesse, nel breve periodo, una grave crisi per tante famiglie e per l’economia della area tarantina e dell’intera Puglia, potremmo permetterci il lusso di definirla solo una incapacità gestionale di chi da almeno cinque anni governa il Paese, invece non possiamo limitarci a denunciare il fenomeno e per questo è necessario che si eviti con la massima urgenza di “non fare le scelte giuste subito”.

Per questo motivo penso che una grande responsabilità ricada sul Sindacato che non ha ancora capito che è inutile continuare a interloquire con un Governo che ormai ha deciso, con un ritardo di almeno due anni, quello che doveva fare addirittura prima di bandire una gara internazionale, prima di aggiudicare la gara, prima di rivedere parte del contratto, prima di varare uno scudo penale, prima di annullare lo scudo penale, prima di condannare e poi corteggiare Arcelor Mittal, prima di prendere una decisione responsabile sull’avvenire di una realtà socio – economica, quella dell’intera area salentina, che non merita di essere trattata in questo modo.

Fra qualche mese, o al massimo fra qualche anno, qualcuno dovrà rispondere di danno all’erario perché il contratto iniziale era fatto male, perché i cambiamenti al contratto durante la fase operativa dello stesso erano scorretti, perché quello che si sta scrivendo in questi giorni sulla definizione di un importo che Arcelor Mittal dovrà versare in caso di uscita è davvero anomalo in quanto è vigente un contratto scritto a valle di una gara internazionale.

Potrei continuare ma penso che gli addetti al settore condivideranno le mie preoccupazioni.

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