Lo scrittore Gianrico Carofiglio intervenendo in un talk show raccontava, pochi giorni fa, che un suo conoscente lo aveva chiamato al telefono e gli aveva detto: “Carissimo ci siamo conosciuti nel lontano 2019”. Mi soffermerò in questo blog proprio sull’effetto “nostalgia” o sull’effetto legato al cambiamento di tutti i parametri tradizionali che caratterizzavano la evoluzione delle cadenze temporali della nostra vita di ogni giorno. Ho parlato di nostalgia perché trattasi di qualcosa che potremo solo ricordare ma, a mio avviso, non rivivere.
Andavamo a cena in ristoranti della città e di solito prenotavamo al massimo un giorno prima avendo in tal modo certezza di trovare sicuramente posto; questa normalità non esisterà più. Saremo costretti a prenotare una settimana prima e la prenotazione sarà legata ad un orario fisso e con un numero di commensali non superiore alle sei unità. In caso di un ritardo di 15 minuti, nell’arrivo al ristorante, la prenotazione non avrà più valore.
Andavamo nelle nostre città nei posti di lavoro utilizzando i mezzi di trasporto locale ed il rischio non era l’attesa alla fermata ma il reale passaggio del bus, invece d’ora in poi saremo costretti a rispettare una coda piuttosto lunga perché i bus potranno contenere al massimo 24 passeggeri per volta.
Andavamo al cinema o a teatro senza dubbio prenotando prima ma di solito era quasi garantito trovare una conferma se la prenotazione veniva fatta almeno 20 ore prima dello spettacolo, ora forse impiegheremo due giorni anche se nella maggior parte dei casi preferiremo non andare più al cinema o al teatro.
Andavamo in treno, specialmente con quello ad alta velocità, perché avevamo scoperto, negli ultimi dieci anni, come erano cambiate nel nostro Paese le cosiddette lunghe distanze ed era facile ottenere risposte immediate alle nostre prenotazioni; d’ora in poi le carrozze potranno ospitare non più di 30 passeggeri e ciò comporterà un forte ridimensionamento della offerta. Per le brevi distante, cioè per il servizio pendolare, il problema si amplificherà ulteriormente e non potendo intensificare la frequenza ed il numero dei treni si allungherà, in modo sostanziale, il tempo necessario per collegare la miriade di utenti con i vari posti di lavoro.
Andavamo, per le lunghe distanze, in aereo e anche in questo caso le varie compagnie, dovendo ospitare nei propri aeromobili un numero di passeggeri inferiore alla metà del numero dei posti offerti, cambieranno integralmente la propria strategia e saranno costrette a rivedere, in modo sostanziale le tariffe.
Andavamo a fare shopping senza rimanere in coda ore fuori dai vari negozi, fuori dai vari centri commerciali e saremo costretti, prima di entrare, ad aspettare che coloro che sono all’interno terminino la fase di scelta e di pagamento dei prodotti.
Andavamo da sempre, sia la mia generazione sia l’attuale, a scuola (inferiori, superiori, università) e affollavamo le aule; d’ora in poi le aule ospiteranno al massimo 18 – 20 studenti e mentre nelle Università tale vincolo si supererà ricorrendo alle tecnologie informatiche e telematiche in grado di gestire e rendere accessibili all’utente corsi online, nelle scuole inferiori e medio superiori si ricorrerà a turni differenti e si dovrà reinventare la intera organizzazione didattica.
Andavamo a convegni scientifici, culturali, politici affollatissimi e affollavamo sale vaste e meno vaste; gli organizzatori, infatti, avevamo proprio come obiettivo l’effetto “folla”; questo tipo di eventi per molto tempo scomparirà creando gravi problemi per il mondo politico,
Andavamo ad assistere ad eventi sportivi e, soprattutto per il calcio, riempivamo gli stadi fino a 60.000 o addirittura 70.000 spettatori; saremo costretti per molto tempo a seguire tali eventi in televisione.
Andavamo, per chi è credente, nei centri di culto con una sistematicità ormai consolidata e affollavamo questi locali ampi e meno ampi; cambieranno integralmente le modalità di accesso alle varie celebrazioni e forse sarà necessario modificare determinate date settimanali fissate per lo svolgimento di alcune funzioni.
Tutto questo durerà fino a quando non disporremo di un vaccino ? Non voglio fare terrorismo né voglio creare inutili allarmismi ma questo prossimo anno, vissuto sicuramente senza un vaccino, sarà un anno ricco di nuove abitudini e, al tempo stesso, ricco di diffuse preoccupazioni e tensioni. La nostra innata resilienza sicuramente ci consentirà di reagire e superare un simile attacco alla famiglia delle nostre abitudini, alla famiglia dei nostri riti consolidati, ma tutto questo come precisava Carofiglio allunga in modo inimmaginabile la distanza temporale con gli ultimi anni prima della pandemia e per assurdo fa scattare il sentimento della nostalgia anche per gironi e mesi lontani pochi mesi fa.
Pian piano saremo tutti costretti a ripensare la organizzazione della nostra vita e, se ci riuscissimo, forse potremmo incamminarci verso una possibile rinascita.
grazie
Il giorno mar 21 apr 2020 alle ore 12:03 STANZE DI ERCOLE ha scritto:
> stanzediercole posted: “Lo scrittore Gianrico Carofiglio intervenendo in > un talk show raccontava, pochi giorni fa, che un suo conoscente lo aveva > chiamato al telefono e gli aveva detto: “Carissimo ci siamo conosciuti nel > lontano 2019”. Mi soffermerò in questo blog proprio sull’e” >
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mi avevi abituato ad un linguaggio tecnico , puntuale , chiaro ed efficace allo scopo.Oggi ho scoperto di Te un aspetto che non conoscevo ed è stata una bella e piacevole sorpresa.
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