Enrico Letta, Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Sono questi i quattro massimi responsabili degli schieramenti che appoggiano l’attuale Governo che in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica hanno collazionato una serie di errori che considero imperdonabili.
– Intanto quello che fino al 28 gennaio chiamavamo Centro Destra, un aggregazione formata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ha, ancora una volta, dimostrato di non essere affatto uno schieramento compatto (ritengo utile precisare che volutamente definisco schieramenti e non partiti queste aggregazioni di parlamentari). Infatti si è ancora una volta ripetuto l’assurdo comportamento vissuto nel 2018 quando Salvini ed i parlamentari della Lega, eletti con i voti degli altri due partiti della coalizione di Centro destra, decisero di andare al Governo con uno schieramento sempre criticato dalla stessa Lega e cioè il Movimento 5 Stelle di Grillo. Si è ripetuto in realtà una gratuita coesione che ancora una volta Salvini ha vanificato cercando di svolgere un ruolo autonomo per dimostrare, ancora una volta, una leadership davvero inconsistente
– La grande illusione quella che il Coordinatore unico di Forza Italia Antonio Tajani ha tentato di inculcare nel Presidente Berlusconi; la illusione cioè di poter essere eletto Presidente della Repubblica e di non aver sin dall’inizio evitato che insieme al Presidente Berlusconi prendesse corpo una vera associazione di “venditori di certezze false” convinti che era possibile una aggregazione di consensi. Ed, ancora più grave la condivisione con Salvini della terna di nomi (Pera, Nordio e Moratti), una terna di nomi che non è stata neppure votata sin dall’inizio dallo stesso Centro Destra.
– L’ex Presidente Conte, invece, ha ancora una volta svelato la sua completa estraneità da un qualsiasi consesso politico; infatti ha, addirittura, cercato di inseguire, sbagliando, gli atteggiamenti di un parlamentare come Salvini, di un parlamentare che, in fondo, è stato sempre un suo nemico personale. Questa volta, in questa delicata occasione, Conte ha condiviso e proposto con Salvini tecnici di altissimo livello come Elisabetta Belloni e Sabino Cassese; alla fine però, nell’ultima giornata di votazioni, ha ribadito che sin dall’inizio aveva proposto la conferma del Presidente Mattarella. La conferma di un Presidente di cui il Movimento 5 Stelle aveva chiesto senza motivi l’impeachment e che in più occasioni aveva osteggiato formalmente (non avendo la memoria corta ricordo il comportamento avuto nella crisi di Governo in cui il Presidente Mattarella aveva già dato l’incarico al Professor Cottarelli). Difficilmente ci sarà, in questo Movimento, una forma congressuale perché sono emerse ormai, in modo incontestabile, tre anime all’interno del Movimento quella di Grillo, quella di Conte e quella de Ministro degli Esteri Di Maio e, quindi uno scontro farebbe scomparire per sempre il Movimento.
– Il Segretario del Partito Democratico Enrico Letta invece ha brillato per la sua assenza, quasi che avesse paura di commettere errori nella designazione di un possibile candidato. La stessa indicazione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è stata solo richiamata quasi per testimoniare un apprezzamento nei confronti di Riccardi. Questo comportamento di Letta nella ricerca di errori da parte degli altri leader (forse leader è una parola poco adatta) in modo da poterli denunciare è stata davvero sconcertante. Ancora più sconcertante la sua dichiarazione alla fine della triste vicenda: “la elezione del Presidente Mattarella denuncia una chiara crisi della politica”. Questa dichiarazione fatta dal Segretario del Partito Democratico testimonia ancora una volta che era necessaria l’assurda esperienza di gennaio per sentire questa triste ammissione e apprendere, sempre da Letta che “adesso bisogna cercare un rinnovato ruolo della politica”
Sono convinto che nessuno di loro possa continuare ad essere riferimento di uno schieramento dopo aver condotto malissimo questa fase elettorale, nessuno di loro possa continuare ad essere riferimento di uno schieramento in cui sin dall’inizio non sono emerse le reali intenzioni. Infatti escluso Fratelli d’Italia con le indicazioni di Crosetto e di Nordio, nelle varie votazioni si è assistito ad una vera autonomia decisionale dei vari parlamentari sia del centro sinistra che del centro destra.
È utile quindi che si effettuino, con la massima urgenza, all’interno degli schieramenti che sostengono il Governo attente e mirate verifiche comportamentali, per evitare che questa inqualificabile esperienza produca danni davvero irreversibili; voglio solo ricordare che in questo 2022 il Governo avrà il compito di:
Gestire il vero (ripeto fino alla noia il vero) avvio del PNRR
Decidere su un possibile schieramento del Paese sulla emergenza “Ucraina”
Affrontare in modo organico la crisi energetica, una crisi molto più grave di quella vissuta nel 1974
Sopravvivere ad una lunga campagna elettorale delle elezioni politiche del 2023
Continuare a combattere una epidemia che vede il Paese ancora ingessato
Sono le mie considerazioni di un ingegnere e quindi simili a quelle della maggioranza del Paese, considerazioni senza dubbio ignoranti di ciò che sia la difficile macchina della politica. Proprio per la mia ingenuità ritengo opportuno formulare un interrogativo: la nostra Costituzione non prevede un secondo mandato per il Presidente della Repubblica; in realtà una simile ipotesi viene invocata e motivata solo per motivi di grave emergenza (una guerra, una grave crisi socio economica); ed allora se si è fatto ricorso a questa soluzione vuol dire che non essendo in corso una guerra sicuramente la motivazione è stata una preoccupante crisi socio economica. Per i possibili comportamenti dei mercati finanziari internazionali una simile soluzione non dovrebbe preoccuparci?
Ancora una volta dobbiamo ribadire meno male che c’è Draghi.