I GIORNI DELLA PAURA

Sono questi giorni che forse sarà difficile dimenticare: c’è la paura di chi per la prima volta deve diventare il riferimento portante della gestione del Paese, mi riferisco alla futura Presidente Giorgia Meloni che è all’interno di una coalizione completamente sbilanciata, una coalizione in cui la Destra, quella di Fratelli d’Italia, rappresenta lo schieramento dominante. Quindi è umano e comprensibile che scatti uno stato di tensione dovendo dimostrare di non commettere errori e, soprattutto, mantenere la dote che, va dato atto, le ha consentito di aggregare in pochissimi anni un consenso diffuso, mi riferisco alla dote della “coerenza”. Quindi la futura Presidente Meloni deve governare mantenendo nel suo DNA la logica della coerenza; ed è proprio questo il momento più difficile, quello in cui la paura raggiunge i livelli più alti e, al tempo stesso, più patologici, mi riferisco in particolare al momento della scelta della squadra di Governo, al momento della identificazione dei Ministri e, quindi, scatta la paura di scegliere male o di perdere, nella scelta, quella dote che avevo invocato prima e cioè la “coerenza”. In fondo ci chiediamo: la futura Presidente sarà in grado di resistere a forzature e a “ricatti comportamentali” imposti dai leaders degli altri schieramenti della coalizione? Questa paura non dura, purtroppo, un giorno, una settimana o un mese, è una paura che sicuramente è traumatica nei primi giorni, cioè in questi: dalla convocazione al Quirinale fino alla proposta dei Ministri, ma che è una paura che caratterizzerà, certamente, la fase legata al primo impegno difficile e allo stato attuale noto per le problematiche ma privo delle possibili soluzioni, mi riferisco al Disegno di Legge di Stabilità 2023. Nei primi sessanta giorni, quindi, la prossima Presidente Meloni dovrà cercare in tutti i modi, ed in modo autonomo, di affrontare almeno sei aree tematiche:

La rivisitazione del PNRR, o meglio la trasformazione spot, già avviata con l’articolo 30 del Decreto Legge Aiuti Ter in cui si è deciso di utilizzare le risorse del PNRR per coprire gli aumenti dei prezzi delle opere infrastrutturali, in una rivisitazione organica in cui forse sarà opportuno modificare la parte legata al comparto delle infrastrutture e bisognerà chiedere alla Unione Europea di trasferire almeno 30 miliardi di euro per il superamento della crisi energetica

L’intervento nel Mezzogiorno, una realtà che da otto anni riceve sistematicamente assicurazioni sulle percentuali delle risorse da assegnare per la realizzazione di interventi e che per otto anni sono rimasti solo un impegno mediatico. Un Mezzogiorno in cui per otto anni si è spenta volutamente la luce del rilancio, la luce della volontà ad evitare che il Mezzogiorno abbia come risorse da parte dello Stato solo il Reddito di Cittadinanza, un impegno questo che sembra quasi volere mantenere il dato più umiliante che caratterizza il Sud: il reddito pro capite al di sotto della metà del reddito pro capite del centro nord

Sempre legato alla emergenza Sud è quello relativo ai Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP); ricordo che nel comparto della Sanità è solo penoso l’indicatore che caratterizza i LEP specialmente in alcune aree del Sud ed è carico di difficoltà il processo che dovrebbe cercare in tutti i modi di ridimensionare le distanze tra il Sud e l’intero Paese

I Fondi Comunitari, mi riferisco sia ai Fondi di Sviluppo e Coesione 2014 – 2020, sia a quelli del periodo 2021 – 2027. Per il primo periodo il prossimo Governo dovrà affrontare una emergenza che è leggibile in un solo dato: su 54 miliardi assegnati nel 2014 ad oggi si è stati in grado di spenderne appena 5 – 6 miliardi di euro e si rischia alla fine del 2023 di perdere definitivamente circa 30 miliardi di euro. Invece per il periodo 2021 – 2027 l’assegnazione si aggira sui 70 miliardi di euro ma allo stato c’è poca chiarezza sulle assegnazioni, c’è poca chiarezza sulle reali modalità di spesa. La Legge di Stabilità dovrebbe affrontare e chiarie una simile emergenza che riguarda anche il resto del Paese (il Fondo infatti per il 20% riguarda il Centro Nord)

Istituire di nuovo un Fondo Rotativo per le Opere Pubbliche, cioè ricreare un Fondo (tra l’altro istituito già nel 2002) che recuperi nel tempo sia i proventi prodotti da quelle infrastrutture realizzate con fondi pubblici, sia l’extra gettito dell’IVA generata dalla movimentazione delle merci nei porti, per realizzare nuove opere o per manutenerle. Ci avviamo verso anni non facili con forte possibilità di entrare in fase recessiva e quindi sarà utile dare vita ad un Fondo che consenta, in futuro, di poter contare su un utile tesoretto.

La fase recessiva e la inflazione. Sicuramente è la emergenza più preoccupante e la cosa più grave è che tale fenomeno amplifica ulteriormente le negatività prima dette del Mezzogiorno e su cui è nota in modo dettagliato la diagnosi ed invece allo stato non è nota alcuna terapia

Lo so non è facile in una Legge di Stabilità, da varare entro il 31 dicembre 2022, affrontare tante tematiche, tante emergenze difficili ed allora penso che la soluzione più igienica sia quella di approvare almeno tre provvedimenti collegati alla Legge di Stabilità da trasformare in Legge entro il 30 aprile del 2023.

Ebbene, quella descritta finora è la paura di chi si appresta a governare il Paese, poi c’è la paura di noi cittadini che apprendiamo, giorno dopo giorno, le criticità che, a scala nazionale e sovranazionale, saremo costretti a vivere; tra noi però c’è una paura più incisiva ed è quella di coloro che hanno scelto la Meloni ed il suo schieramento perché era necessario ed opportuno “cambiare”. Mai finora era andata a presiedere il Consiglio dei Ministri una donna, mai fino ad ora, come detto prima, c’era stata una dominanza di un partito di destra nel governo del Paese. In fondo il voto di questa fascia di elettori si è basata essenzialmente sulla ricerca di un cambiamento, sulla ricerca di una alternativa gestionale. Questo rilevante numero di elettori è più preoccupato perché ha scommesso su un futuro le cui garanzie sono oggi legate alla capacità sì di una donna sola al comando ma, soprattutto, sulle capacità di una squadra tutta da costruire.

Dovendo vivere nei prossimi anni tante paure legate essenzialmente a crisi economiche pesanti, speriamo che almeno questi due tipi di paure si spengano o si ridimensionino nei prossimi giorni con i primi atti, con le prime scelte del prossimo Governo. E la paura è rimasta tale

1 comment

  1. In effetti un lavoro molto arduo, delicato ed articolato spetterà alla Meloni e l’unico augurio che possiamo fare a lei e fare a noi stessi è quello che riesca ad organizzare una squadra adeguata ad affiancarla in sì difficile compito e che i nefandi condizionamenti da parte delle forze minoritarie possano venire recepiti solo per quella piccola parte di buono che in essi alberga.

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