LA CONVERSIONE IMPONE IL PENTIMENTO

In tutte le religioni è contemplato il perdono ed è auspicata, come azione salutare e riparatrice, la conversione, però, questa grande disponibilità carica di umanità, richiede un atto obbligato: il pentimento.

Faccio questa piccola precisazione perché, leggendo le due pagine apparse sul Corriere della Sera dell’8 ottobre scorso con il titolo: “Il treno veloce rilancia il lavoro e “sposa” Milano con Roma”, ho scoperto, con grande soddisfazione, una serie di apprezzamenti al progetto del sistema ferroviario ad Alta Velocità.

Apprezzamenti e riconoscimenti anche da parte di chi in più occasioni e ricoprendo ruoli istituzionali ha spesso, per alcune tratte come l’asse ad Alta Velocità Milano Genova, ribadito la non essenzialità e per altre tratte, come la Verona – Vicenza – Padova, non ha manifestato grandi apprezzamenti se si considera che in oltre due anni di responsabile della Struttura Tecnica di Missione del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto poco per inoltrare all’esame del CIPE tale progetto.

Mi riferisco al Professor Ennio Cascetta che, sempre nell’articolo del Corriere della Sera, precisa in più punti:

  • “Il mercato continua a salire a doppia cifra e molto più velocemente del PIL. Se nel 2016 la crescita del PIL è stata dell’1% la domanda di mobilità è cresciuta complessivamente del 3,3% e sull’AV del 12,7%”
  • “I pendolari giornalieri sulle tratte inferiori ai 90 minuti di percorrenza superano il 20% dei passeggeri e in alcune fasce orarie si avvicinano addirittura al 40%”
  • “Se nel 2009 l’AV intercettava il 40% di coloro che si spostavano da Milano a Roma e viceversa in aereo e in auto oggi la quota è arrivata addirittura al 70%”.

Sono soddisfatto di questa grande conversione e, al tempo stesso, anche della conferma che questo successo, come da me precisato nelle considerazioni del 5 ottobre scorso con il titolo “Col tempo la chiameremo TAF Treno ad Alta Frequenza un dramma per i NO TAV cambiare da “NO TAV” in “NO TAF””, vada riconosciuto no all’Alta Velocità ma all’Alta Frequenza; infatti nel 2009, con l’avvio dei treni della Concessionaria NTV, è aumentata la frequenza sull’asse Napoli – Roma – Firenze – Bologna – Milano. Tutto questo mi lusinga, perché vuol dire che qualcuno, forse proprio coloro che si sono profusi in apprezzamenti nell’articolo del Corriere della Sera, legge il mio Blog.

Come ho precisato all’inizio, potrò essere, però, davvero soddisfatto se chi oggi riconosce questi successi del sistema ferroviario ad Alta Velocità, amettesse apertamente che i dubbi, le critiche, gli atteggiamenti legati al successo delle politiche vincenti, sono stati un grave errore concettuale. Un errore che ha prodotto tanti danni e tanti ritardi per la crescita del Paese.

Spero che queste conversioni non siano frutto di quella consolidata abitudine italiana che avverte in anticipo il “cambiamento del vento” e teme che si avveri il detto “a volte ritornano”

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